Mutui Casa: record di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nel 2007

Mutui Casa: record di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari nel 2007

Cresce vertiginosamente il numero di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari registrati in Italia nel 2007. La città italiana più colpita è Napoli dove, rispetto al 2006, il numero di pignoramenti ha subito un incremento del 29%. Ma anche nelle altre città italiane cresce il numero delle persone in forte difficoltà con la rata del mutuo: l' aumento del numero dei pignoramenti effettuati dai tribunali italiani è stato in media pari al 20% nei primi otto mesi del 2007 rispetto allo scorso anno.

La denuncia arriva dalle associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che, in un incontro con i giornalisti, hanno presentato un quadro allarmante sulla situazione del mercato italiano dei mutui. Le associazioni stimano che, rispetto al 2006, nel 2007 il numero dei pignoramenti dovrebbe passare da 1.883 a 2.297 a Milano (+22%), da 1.510 a 1.827 a Roma (+21%), da 1.403 a 1.736 a Torino (+24%), da 1.320 a 1.690 a Napoli (+29%), da 691 a 866 a Monza (+25%), da 455 a 549 a Bari (+24%), da 351 a 442 a Como (+26%), da 270 a 313 a Venezia (+16%) e da 151 a 191 a Macerata (+27%).

I dati fotografano una situazione preoccupante in cui sempre più famiglie italiane risultano insolventi e si vedono pignorare la propria casa dalle banche. Come spiegare questo drastico aumento del numero di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari? Le associazioni dei consumatori fanno notare che negli ultimi quattro anni e, in particolare nel 2004, quando i tassi di interesse hanno toccato i minimi storici, la politica delle banche è stata quella di "incentivare" la clientela a sottoscrivere mutui a tasso variabile.

In questo stesso periodo d' altronde, molte banche italiane non erogavano del tutto mutui a tasso fisso o proponevano prodotti a tasso fisso con costi esorbitanti. Il risultato di questa politica è che il 91% dei mutui accesi in Italia in questi ultimi anni è di tipo variabile. Le banche italiane, al contrario di quanto avvenuto negli altri paesi europei, hanno spinto i mutui a tasso variabile della durata di 30 o 40 anni perché, nell' immediato, risultavano prodotti più convenienti rispetto al tasso fisso.

Oggi, con il rincaro del costo del denaro crescono anche le rate dei mutui a tasso variabile e le famiglie in difficoltà con i pagamenti. Si tratta ora di vedere se i numeri forniti dalle associazioni dei consumatori sugli effetti del caro mutui siano destinati a crescere ancora. Difficile comunque pensare che gli istituti di credito non avessero previsto questo scenario e resta forte la sensazione che l' alto numero di prodotti a tasso variabile in circolazione nel mercato italiano dei mutui sia dovuto più che altro per rispondere agli interessi delle banche piuttosto che a quelli del mutuatari.

Autore: Italia Risparmio - Fonte originale: Italia Risparmio.
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