L' immissione di liquidità delle Banche Centrali spaventa i Mercati

L' immissione di liquidità delle Banche Centrali spaventa i Mercati

Bramisce l' Orso sulle borse del mondo e la seconda tornata di pronti contro termine delle banche centrali non fa che scoprire i nervi di un mercato imprevedibile. Tutti gli indici vanno in perdita di oltre due punti e mezzo percentuali. Questa è la media e le frecce rosse si vedono su tutti i mercati del globo. Che sia arrivato il temuto crollo? Di certo il fatto che la Bce e la Fed abbiano immesso rispettivamente altri 61 miliardi di euro e 19 miliardi di dollari nel mercato non fa che dare la sensazione di una gran paura nella finanza internazionale.

La Bank of Japan ha poi collocato sul mercato mille miliardi di yen (circa 6,25 miliardi di euro) mentre la Banca centrale australiana ha immesso 4,95 miliardi di dollari australiani (4,19 miliardi di dollari) raddoppiando le operazioni normali di rifinanziamento del sistema. Siamo ormai a interventi da record che vanno oltre quelli post-11 settembre. Anche perché le banche centrali chiaramente non hanno potuto aspettare le riunioni mensili in cui comunicano un rialzo o un ribasso dei tassi. Nel comunicare la nuova massa di liquidità immessa sul mercato la Banca centrale europea ha specificato di avere assegnato i lotti all' asta con una tasso marginale del 4,05% e a un tasso medio ponderato del 4,08%. Le richieste pervenute da 62 banche sono state perfino superiori all' offerta e pari a 110,03 miliardi. Insomma non c' è più liquidità nel mercato e visto che fino a l' altro ieri tutti pensavano ai pericoli dell' inflazione è chiaro che qualcosa non va.

Nel frattempo a guidare le perdite sui listini sono proprio le banche, sia quelle europee che quelle statunitensi. Così ieri mentre venivano colpite navi statunitensi di rango come Goldman Sachs, la mina dei subprime è esplosa anche in Europa. I fondi Parvest Dynamic Abs, Abs Euribor e Abs Eonia avevano alla fine di luglio circa 2.000 milioni di euro in gestione e di questi ben 700 milioni erano investiti nel settore dei mutui ad alto rischio. La pioggia di vendite ha costretto Bnp a congelare i fondi, intrappolando chi voleva uscirne, ma anche bloccando, in qualche maniera le perdite.

Un' altra brutta novità era stata la crisi di IKB, banca tedesca depressa anch' essa dai subprime per la quale la Bundesbank ha organizzato una squadra di salvataggio. In quel caso il governo tedesco è esposto direttamente poiché il 38% di IKB è di KfW, una banca pubblica con 17,5 miliardi di euro gestiti di cui almeno un quinto (3,5 miliardi di euro) costituiscono perdite. Contestualmente KfW ha annunciato l' intenzione di uscire dalla IKB dopo che questa sarà stata risanata. Anche in Olanda hanno poi accusato il colpo con la NIBC che ha deciso di rinviare l' Ipo dopo le perdite semestrali da 137 milioni di euro dovute proprio ai suoi fondi sui mutui ad alto rischio.

Nel frattempo i segugi della Sec americana (il corrispettivo della nostra Consob) stanno mettendo a soqquadro gli uffici di colossi come Goldman Sachs e Merrill Lynch. Il timore è che ci siano perdite anche maggiori di quelle dichiarate. Il numero uno della fed Ben Bernanke ha quantificato qualche tempo fa le perdite sui prestiti subprime tra i 50 e i 100 miliardi di dollari, ma molti osservatori pensano che siano ancora maggiori. Oltretutto la cartolarizzazione di questi mutui a rischio non pagati ha spostato il problema sui portafogli di innumerevoli fondi (quelli che stanno andando a fondo in queste ore) e magari alla fine sui conti di chi ha investito su un fondo di fondi che ha un pezzettino di questo buco.

Emergono anche altre paure come quella che gli stessi fondi che hanno realizzato le numerose acquisizioni a debito degli ultimi mesi siano a questo punto pronti a spostare sulle industrie e sul mercato le loro perdite. Un esempio è l' offerta della Carlyle che ha comprato per 7 miliardi le Pagine Gialle americane chiedendo un prestito da cinque miliardi e mezzo, e più vicino a noi c' è Fastweb, comprata da Swisscom con un' offerta da 4,18 miliardi di euro di cui 3,57 miliardi provenienti dall' accensione di nuovo debito. Insomma il risiko potrebbe essere diventato un domino e la trionfale speculazione degli ultimi anni potrebbe essere giunta al capolinea, anzi alla cassa.

Autore: Riva - Fonte originale: Finanza Blog.
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