Analisi e prospettive dei 6 maggiori titoli quotati a Piazza Affari

Analisi e prospettive dei 6 maggiori titoli quotati a Piazza Affari

I sei titoli più pesanti all' interno del paniere S&P/Mib ne condizionano l' andamento per il 66% circa. È evidente che quando il mercato non sostiene la tendenza di questi elementi tutto l' indice ne risulta fortemente penalizzato. I titoli con la maggiore capitalizzazione del paniere sono nell' ordine: Eni, Unicredito, Intesa San Paolo, Assicurazioni Generali, Enel e Telecom Italia. Ma è possibile cercare di individuare delle strategie di ingresso per i titoli maggiormente rappresentativi del nostro listino?

Eni

Per Eni il pagamento di un acconto sul dividendo relativo al bilancio 2007 ha comportato la discesa al di sotto della media a 200 giorni, passante in area 25,25 euro. I prezzi si mantengono comunque nella parte centrale del range laterale dalla modesta inclinazione positiva disegnato negli ultimi 2 anni circa. La retta di regressione lineare calcolata per il titolo dal massimo di settembre 2005 individua un baricentro per le oscillazioni dei prezzi in area 26, ed un ritorno almeno su quei livelli appare quindi probabile. Nel medio periodo le attese sono per un nuovo test di area 29, massimo di luglio. Solo la violazione di area 23 costringerebbe a mutare atteggiamento sul titolo.

Unicredito

A destare maggiore preoccupazione è il trend di Unicredito. Il titolo aveva inviato un forte segnale rialzista a inizio 2006 superando la resistenza di area 6,10 euro, già massimo di inizio '99 e fine 2000. Dopo essersi allontanato in modo evidente da questi livelli il titolo della banca di Piazza Cordusio ne è precipitato nuovamente al di sotto, facendo sorgere qualche perplessità sulla validità del precedente segnale. Per il momento i prezzi hanno ritracciato meno del 50% del rialzo dal minimo di marzo 2003, rimanendo al di sopra della linea di tendenza tracciata da quei minimi, passante in area 5,20. la violazione di 5,20 confermerebbe tuttavia i timori sulla tenuta della tendenza rialzista di lungo termine.

Tutta la fase dal picco di maggio 2006 potrebbe essere letta in quel caso come una estesa distribuzione, un testa spalle ribassista con target in area 4 euro almeno. La realizzazione di un ribasso di questa portata rischierebbe di condizionare pesantemente tutto il listino, data l' importanza di Unicredito nel paniere in termini assoluti ed a causa delle correlazioni che ha con gli altri titoli del comparto. La rottura di 6,40 prospetterebbe al contrario un ritorno di fiducia, con i prezzi che dovrebbero tornare a mettere sotto pressione il massimo storico di maggio in area 7,75. La rottura di 6,40 potrebbe quindi introdurre una fase positiva per tutto il listino.

Intesa San Paolo

Intesa San Paolo è arrivato ad un passo dal supporto critico rappresentato dalla linea di tendenza rialzista tracciata dal minimo di ottobre 2002, passante a 5,20 euro circa. Da circa 5 mesi i prezzi si mantengono al di sotto della media mobile a 200 sedute, quindi la linea è da considerare l' ultimo baluardo in difesa dell' uptrend. Sotto area 5,20 il ribasso visto da maggio potrebbe accelerare, con obiettivi in area 4,20. La rottura di 5,80 dovrebbe mettere al riparo il titolo dal rischio di nuovi ribassi.

Generali

La linea di tendenza che sostiene il rialzo di Generali dal minimo di fine 2002 è decisamente più lontana, transita a 28,50. Il titolo ha disegnato dal top di fine 2006 un' ampia fase laterale, compresa tra 27,50 e 32,25. Il superamento del lato alto di questo range, avvenuto nel corso dell' ultima ottava, se confermato dalla dinamica dei prezzi nelle prossime sedute (ritorni fino in area 31,50 sono accettabili, sotto il segnale rialzista verrebbe cancellato), indicherebbe la ripresa del trend rialzista di lungo termine. Sotto 27,50 verrebbe al contrario confermato l' avvio di una fase di inversione.

Enel

Enel, grazie al rialzo costruito dal minimo di luglio 2002, è tornata a giugno in prossimità dei massimi storici di maggio 2000 per poi stornare nuovamente, fino ad incontrare la trend line che sostiene tutta la salita dal 2002. La linea transita a 7,30. Il titolo sembra quindi avere un discreto margine da giocarsi prima di inviare un segnale negativo, contrario al proseguimento del rialzo. Oltre area 8,50 le prospettive volgerebbero al bello, con target sopra i precedenti massimi storici, in area 9,20 euro.

Telecom Italia

Telecom Italia è l' unico dei titoli di questa lista a non poter contare sul sostegno di una tendenza rialzista di durata pluriennale. Il trend è infatti negativo da inizio 2005, e la reazione recentemente registrata dal minimo di agosto non è al momento sufficiente per avviare una inversione di tendenza. Un primo segnale in questo senso verrebbe dal superamento di area 2,30, che dovrebbe portare le quotazioni verso area 2,60 almeno. La violazione dei 2 euro rischierebbe al contrario di portare i prezzi fino in area 1,70, al di sotto quindi del minimo di 1,87 registrato ad agosto.

Quadro grafico generale dei titoli a maggiore capitalizzazione

Il quadro grafico dei titoli a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari non è pertanto compromesso, se si eccettua il caso di Telecom, unico a dover fornire ancora un segnale rialzista da utilizzare come origine di una tendenza crescente di medio termine. Le due banche tuttavia, pur potendo contare su di una storia pregressa di successo, sono prossime a livelli critici. Le prossime sedute saranno quindi importanti per determinare il "sentiment" del mercato da qui a fine anno. In caso di rinnovata debolezza da parte dei titoli bancari tutto il listino potrebbe continuare a soffrire, e questo nonostante il permanere di un contesto generale positivo.

A tale rischio se ne aggiunge un altro: se lo S&P/Mib non riuscirà ad archiviare una fine d' anno positiva, le cose potrebbero poi farsi difficili nel primo scorcio del 2008. Gli altri indici rischiano infatti di accusare una pausa dopo il giro di boa del 31/12, con gli investitori che potrebbero voler valutare gli effetti a medio termine della crisi dei mutui subrime sull' economia reale. La finestre sulla quale investire è quella dei tre mesi, ma se i titoli bancari nostrani non invieranno un chiaro segnale di ripresa anche questa occasione rischia di andare sprecata.

Autore: AleOne - Fonte originale: Finanza Blog.
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